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lunedì 13 gennaio 2014

SERGIO NESI, Leone della X MAS


«UN LEONE DELLA DECIMA MAS»
Così Renato de Robertis definisce SERGIO NESI, eroico soldato del mare che si arrese soltanto alla Morte. Della Sua scomparsa il 13 dicembre dello scorso anno ho notizia appena oggi, epifania 2014, da una rievocazione dell’autore, vox clamantis in deserto 1. La grossa stampa, tanto solerte nel celebrare gli ominicchi vivi che sono morti, tace sugli eroi morti che sono vivi nella Storia e nel cuore degli Italiani degni di questo nome.
Il comandante Sergio Nesi, come altri della “Decima’, dal Principe Junio Valerio Borghese agli ufficiali inferiori, non si è arreso l’8 settembre del ’43: «Che quell’armistizio fosse una tragica bufala, che nascondeva una resa senza condizioni – parole sue – lo abbiamo appreso tanto tempo dopo e, nella sua integrale versione, dopo la fine della guerra» 2.
Come il comandante Borgheseche non era fascista ma, innanzitutto, italianoaveva aderito alla R.S.I. per difendere non il fascismo, ben- sì la dignità della Nazione. La “Decima” e i somergibili erano la parte sana della R. Marina, ben diversa dalla flotta di superficie ‘inspiegabilmente’ inattiva benché di tutto rispetto 3: ancora efficiente, «con un pennello nero di resa in testa d’albero, si arrende a Malta senza sparare un solo colpo di cannone. Una vergogna incancellabile» 4.
Almeno in parte l’hanno cancellata gli arditi del mare della ‘Decima’, perseguitati, calunniati ed emarginati in Patria se non sterminati dalle bande comuniste, ma riconosciuti come leali combattenti dal nemico che rese loro l’Onore delle armi.
«E questi eventi perché non sono raccontati nei libri di storia? Perché nei manuali di storia dei nostri studenti non vi sono spazi per raccontare le vicende dell’orgoglio nazionale? O le storie di coraggio nazionale e coerenza umana come quelle di Nesi?».
Così il de Robertis, che rievoca in chiusura l’ultima vicenda epica dell’eroe: nelle acque di Pescara, prima d’essere catturato dagl’inglesi, sotto il fuoco delle mitragliatrici, gettò in mare alcune bottiglie avvolte nel Tricolore.
«Come D’Annunzio, sul cielo di Pola, nel 1918. E in quelle bottiglie c’erano i messaggi di dalmati e di istriani, di uomini che non volevano arrendersi al comunismo e alla patria italiana svenduta»5.

UN RICORDO PERSONALE
di Ferruccio Bravi

L’ing. Nesi, per quanto autore vigile ed informato, venne a conoscenza tardi e per puro caso del Diario del mio illustre amico Emilio Bianchi 6, operatore dei mezzi d’assalto della “Decima” decorato di medaglia d’oro per l’e-pica incursione nel porto di Alessandria 7.
Egli apprese l’esistenza della pubblicazione da un comunicato da me diffuso nell’ambiente della “Decima” per conoscere alcuni dettagli sui contatti fra i partigiani atesini (non comunisti) e il comandante Borghese in difesa dell’italianità dell’Alto Adige 8.
Nesi riscontrò la mia richiesta con alcuni dati assai utili che inserii in un opuscolo sul Comandante Borghese 9.Gli inviai in omaggio un esemplare rilegato del Diario, che apprezzò trattandone diffusamente in uno dei suoi brillanti saggi 9. Oltre che storico attendibile aveva uno stile elegante e vivace.
Del nostro carteggio rimane una mia lettera di ringraziamento che trascrivo in nota affinché non vada smarrita come già le altre in uno dei miei frequenti spostamenti da allora ad oggi 10.

1

NOTE:
1 Sergio Nesi, il coraggio di un leone della Decima Mas che scelse di non arrendersi (www.barbadillo, 30 XII 13)
2 Ivi: ‘Intervista in dieci domande a Sergio Nesi’, da ‘Associazione Combattenti Xª Flottiglia Mas’.
3 Le superbe corazzate della classe ‘Littorio’ stazzavano nominalmente 35.000 tonnellate secondo i parametri del trattato navale di Washington, ma di fatto superavano le 40.000: almeno ottomila tonnellate in più delle due massime unità britanniche immobilizzate nel porto di Alessandria dagli uomini-siluro della ‘Decima’. In argomento: Ferruccio Bravi, Un po’ fuori del mondo e del tempo, Rievocando la splendida avventura di Emilio Bianchi e di altri arditi del mare, Trento (Tovazzi/Avser) 2010, pgg. 76 e passim.
4 Testuale dall’intervista.
5 Testuale da de Robertis.
6 Emilio Bianchi, Pagine di diario 1940-1945. Memorie di guerra e di prigionia d'un ope­ratore dei mezzi d'assalto della Marina militare italia-na, Note e commento di Ferruccio Bravi, Gruppo di Studio Avuer / Pezzini Editore, Viareggio 1995.
7 Come spesso accade alla produzione non conformista, quel diario edito dal Centro di Studi Atesini (da me diretto:1967-2001) non ebbe recensioni e finì sottobanco nelle librerie; tuttavia, con un’accorta “catena di S. Antonio fu rapidamente smaltito (da allora ad oggi: tre edizioni e tre ri-stampe).
8 Testo del comunicato: «10 aprile 1995 – Alle persone e alle associazioni in indirizzo: sono un vecchio amico della Medaglia d’Oro Emilio Bianchi, eroe di Alessandria e autore di un Diario di guerra e di prigionia apprezzato per l’av-vincente narrazione e, soprattutto, per il valore documentario e l’obiettività nel riferire gli eventi, senza vanagloria e protagonismo, secondo l’etica di Teseo Tesei. Da parte mia ho collaborato nella stesura delle note e dei commenti.
Tale esperienza per me nuova – essendo stato soldato di terra e non di mare e studioso di glottologia e storia locale dell’Alto Adige dove risiedo­­– si estende ora all’indagine di eventi marginali. In particolare: vorrei far luce sugli asseriti contatti del Comandante Borghese e la "resistenza" non comunista dell'Alto Adige e dell'Istria, contatti mirati ad una comune difesa dell'italianità delle due marche di confine insidiate da Gauleiter austriacanti e dalle bande di Tito.
Sull'Istria ho un minimo d'informazione sicura, specie sulle intese fra il Comandante della Decima con Nino Sauro e la M.O. istriana Marceglia, emissario di De Courten; ma sull'Alto Adige, oltre a vaghe testimonianze raccolte in loco, dispongo solo delle opere inaffidabili del Bertoldi e del Rocca. Fra l’altro non so quanto ci sia di vero circa un centro in apparenza 'assistenziale' istituito a Cortina d'Ampezzo dal Comandante Borghese per aiutare i clandestini di Bolzano. Per sincerarmi ho avvicinato alcuni 'partigiani bianchi' alto-atesini, i quali all'ingresso dei c.d. Liberatori erano stati spiazzati dai rossi di Pertini. Tutti reticenti, gli interpellati: sapevo che sulla storia contemporanea gravano formidabili tabù, ma non mi aspettavo tante "bocche cucite" o insincere.
Al dunque, prego i destinatari della presente di comunicarmi eventuali dati nuovi e meno incerti in argomento.
Grato d'un cortese riscontro, con i più cordiali saluti - il direttore del Centro di Studi Atesini Dr. Ferruccio Bravi.
9 F. Bravi, Il Principe, Junio Valerio Borghese, G.S. Avser, Torre del Lago 2002, pgg. 82.
10 Riflessioni sulle "Pagine di diario 1940-1945" di Emilio Bianchi, Ediz. Lo Scarabeo, Bologna 2000.
11 Testo della lettera (Bolzano, 26 XI 1996): «Egregio Ingegner Nesi, Le sono grato per la bella recensione fatta dal Suo "secondo" opportunamente indirizzato da Lei. Bianchi ne sarà lusingato, soprattutto perché apparirà nella prestigiosa rassegna diretta a suo tempo dal compianto dott. Ciabatti che mi onorò della sua amicizia. Spero di vederla pubblicata anche nel Notiziario dell'Ass. Combattenti X Mas e non credo siano d'impedimento le polemiche allusioni a Durand de la Penne, Anzi, mi pare di aver letto proprio su quel notiziario un giudizio non proprio lusinghiero sul personaggio, più che per il suo protagonismo uggioso, per i servizi resi al nemico da cobelligerante badogliano.
Grato anche per il Suo sostegno nella diffusione del Diario che è letto con interesse nell’ambiente della Marina Militare e in particolare, come li chiamano ora, degli "incursori". Cordiali saluti F.B.».



CVRRICVLUM VITAE
(Dati estratti da articoli in rete)
  
Nato a Corticella (Bologna) il 25 maggio 1918. Frequenta l’accademia navale (corso Alcione) dall’agosto 1937 e ne esce come aspirante guardiamarina nel giugno 1940.

Imbarcato sull’incorociatore Montecuccoli con l’incarico di direttore del contraereo fino al luglio 1943. Alla data dell’<<armistizio>>, con il grado di tenente di vascello, frequenta a Portorose (Trieste) il corso di Osservazione Aerea della Marina Militare.
A novembre è richiamato dal Ministero della Marina della Repubblica Sociale Italiana; in servizio nella X Flottiglia MAS alle dirette dipendenze di Junio Valerio Borghese e Mario Arillo.
Nel marzo 1944 assume il comando della Base Operativa Sud di Fiumicino, presso Villa Torlonia sul lago di Traiano, per operare contro le forze da sbarco alleate ad Anzio e Nettuno fino a Giugno, quando l’invasore entra in Roma.
Il 14 maggio 1944, alla guida dello SMA 318, avvistata una corvetta nemica, manovra per avvicinarla. Benché a sua volta avvistato prosegue l’avvicinamento fino a poche decine di metri e con tiro di bombe a getto centra e affonda l’unità.
In una successiva azione nelle acque di Ancona il suo SMA, investito da mitragliamento nemico, affonda. In procinto di essere catturato Nesi getta in mare alcune bottiglie avvolte nel Tricolore contenenti messaggi di Dalmati e Istriani.
Prigioniero in Algeria nel 211 POW e poi nel Campo ‘S’ a Taranto, dal quale evade nell’aprile 1946.
Radiato dai ruoli della Marina e posto in congedo assoluto, ha lavorato come operaio fuochista nello zuccherificio di Bologna, laureandosi al contempo in ingegneria civile.
Assunto nel Genio Civile di Bologna e poi nei ruoli del Ministero Lavori Pubblici nel 1952.
In quiescenza nel 1973 e, successivamente, vice presidente dell’Associazione Combattenti Decima MAS.
Muore a Bologna il 14 dicembre 2013.


 DECORAZIONI
(Dati estratti da articoli in rete)


CROCE DI GUERRA AL MERITO – 1941.
CROCE DI GUERRA AL AL MERITO – 1942.

CROCE DI GUERRA AL V.M. SUL CAMPO: «Diret- tore di tiro c.a. di Incrociatore colpito durante un attacco aereo nemico, portatosi personalmente al complesso reagiva prontamente con tiro intenso ed efficace. Successivamente si prodigava con slancio nelle misure di sicurezza e nella rimessa in efficienza degli impianti avariati e partecipava alla ricerca dei feriti». — Mar Tirreno, 4 dicembre 1942.
CROCE DI GUERRA AL MERITO – 1943.
MEDAGLIA D’ARGENTO AL V. M.: «Comandante di base avanzata di mezzi d'assalto, durante una missione offensiva contro i rifornimenti sulla testa di ponte di An-zio, avvistata una corvetta, attaccava l'unità nemica con bombe antinave, dimostrando somma decisione e gran-de sprezzo del pericolo. Colpita l'unità nemica, che è da ritenersi affondata, dati i danni riportati, manovrava con serena, particolare perizia, riuscendo a trarre in salvo l'unità a lui affidata dalla violenta reazione di fuoco di altre unità nemiche accorse sul punto dello scontro. Esempio di grande coraggio, decisione, serena valutazione del-le situazioni e attaccamento al dovere». – Acque di Anzio, 1944.
CROCE DI FERRO TEDESCA DI SECONDA CLASSE – Acque di Anzio, 25 maggio 1944.
MEDAGLIA D’ARGENTO AL V. M. SUL CAMPO – Brioni – Acque di Ancona, 13 aprile 1945.

 Pubblicazioni di Sergio Nesi sulla “X Mas”:
Decima flottiglia nostra... I mezzi d'assalto della Ma­rina italiana al sud e al nord dopo l'armistizio, Milano (Editrice Mursia, 1987, II edizione, adottato come testo ufficiale dal-l’Ufficio Storico della Marina Italiana. 
  Il cosiddetto "piano De Courten" e la difesa dei confini orientali, in "Storia Verità", n. 22, luglio-agosto 1995.  
Rivisitando storie già note di una nota flottiglia. Parte prima: Riflessioni sulle "Pagine di diario 1940-1945" di Emilio Bianchi, Diario di guerra di un ignoto marò del btg. Barbarigo a Nettuno. Parte seconda: una fallita " Pearl Harbour", a Livorno. Attacchi al ix Korpus jugoslavo alla frontiera orientale, Bologna (Lo Scarabeo) 2000-2003.  
Un alcione dalle ali spezzate, Bologna (Lo Scarabeo) 2003.  
Junio Valerio Borghese: un Principe, un Comandante, un Italiano, Bologna (Lo Scarabeo) 2005 (opus magnum). 
  Scirè. Storia di un sommergibile e degli uomini che lo resero famoso, Lo Scarabeo, Bologna, 2007.  
Ozegna, 8 Luglio 1944, Lo Scarabeo, Bologna, 2008.
Fonti bibliografiche:
Bagnasco Erminio, I MAS e le motosiluranti italiane (1906-1968), a cura dell'Ufficio Storico della Marina Militare, R o m a (Ediz. U.S.M.) 1969, II ediz., passim.
Bianchi Giovanni, Teseo Tesei e gli assalitori della Regia Marina, Marina di Massa (Edizioni Sarasota) 2005, passim.
Borghese Junio Valerio, Decima Flottiglia M.A.S.: dalle origini all'armistizio, Milano (Gar­zanti) 1971, III ediz., passim.
Bravi Ferruccio, Squarci di controstoria: il Principe Junio Valerio, Lucca (Auser) 2004, II ediz., pgg. 35, 42, 44, 48, 52-54, 89.
stesso, “Un po’ fuori del mondo e del tempo…”, edizione su CD-R in attesa di stampa, Trento (La Réclame) 2010, pgg. 30, 79-80, 98, 131.
De Felice Sole, La Decima Flottiglia Mas e la Venezia Giulia 1943-45, Roma (Edizioni Settimo Sigillo) 2003, II ediz.
De Risio Carlo, La X MAS contro gli anglo-americani dopo l'armistizio, su «Nuova Storia Contemporanea,» Anno XVII 1 gennaio- febbraio 2013, pgg.100-101, 104-105, 109.

Ghetti Walter, Storia della Marina Italiana nella seconda guerra mondiale, i-ii, Milano (De Vecchi Editore) 1968.

Guglielmotti Umberto, Storia della Marina Italiana, R o m a-Milano (Vito Bianco Edit.) 1961, ii ediz.

LA BELLA PROSA DI SERGIO NESI
«Un libro da leggere due volte»
PAGINE DI DIARIO 1940-1945 Di Emilio Bianchi
Bianchi è un marinaio anomalo, nato nell’alta Valtellina. Cosa gli passò per la testa di partire volontario in Marina…
Divenne una leggenda del mare.
I grandi silenzi delle valli alpine sono sempre rimasti in lui e ne hanno forgiato il carattere, assieme ai grandi silenzi delle profondità marine.
Tutto questo lo si ritrova nella narrazione, sorprendentemente semplice, lineare, calma, mai sopra le righe.
Il testo, per gustarlo appieno, occorrerebbe leggerlo due volte. Le numerosissime e necessarie annotazioni di Ferruccio Bravi interrompono il ritmo, la ‘suspense’, l’emozione, la commozione, con i particolari storici degli avvenimenti e l’interpretazione, per i profani, dei termini marinareschi.
La seconda lettura, una volta assimilato il contenuto delle note, scorre, veloce, piana.
La sconcertante semplicità di linguaggio mi fa apparire Bianchi come un buon nonno antico, che racconta le sue storie ai nipotini raccolti attorno a lui, accanto a un focolare acceso.
Transunto da: Rivisitando storie già note, vol. I


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