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domenica 10 giugno 2012

PAGINE DI DIARIO 1940-1945 - Emilio Bianchi

Settantadue anni fa - 10 giugno 1940 - l'Italia prendeva ufficialmente parte al secondo conflitto mondiale. Con l'occasione dell'anniversario di questo storico e drammatico evento, determinante per le future sorti della nostra Patria, il Gruppo di Studio AVSER presenta a tutti i suoi appasionati lettori e associati la terza edizione ristampata e aggiornata di "PAGINE DI DIARIO 1940-1945" del Capitano Emilio Bianchi, valoroso operatore dei mezzi d'assalto della Regia Marina. 
Il passato, volenti o nolenti,  dà forma al nostro divenire ed ogni sua sfumatura, ogni sua soggettiva angolatura, ci aiuta a chiarir meglio il nostro cammino di uomini, cittadini e Italiani. Per questo è importante non perder memoria e mantenere vivo e saldo il ricordo di chi con l'esempio, il coraggio e la dedizione ha tenuto alto l'onore di noi tutti, insegnandoci cosa significhino termini come valore e sacrificio e da cui dobbiamo trovar ispirazione e giovamento in questi tempi così bui per l'Italia.
Crediamo non sia necessario aggiunger altro. Lasciamo dunque all'incipit dell'autore stesso dare un assaggio del libro.
Terminiamo ricordando che chiunque sia interessato al volume può contattarci al seguente indirizzo: righini.sandro@gmail.com 


G.S.A.



MEMORIE DI GUERRA E DI PRIGIONIA 

D'UN OPERATORE DEI MEZZI D'ASSALTO


"I primi di giugno del lontano 1940 sono lucidamente impressi nella mia memoria. A Bocca di Serchio, dove mi trovo da circa un anno, il tempo è radioso. La stagione è splendida e mite come di solito nel tratto di litorale fra Pisa e La Spezia quando non piove, perchè se piove vien giù che Iddio la manda e si dimentica di smettere. Qui, dove vivo tuttora con i miei ricordi e ripasso le pagine del mio diario, la primavera non conosce le mezze misure. E anche la gente è fatta così: ti è amica o ti è nemica, è di poche parole o - più spesso - di una loquacità che ti fa pensare a quando diluvia e l'acqua tracima dai fossi.
Qui si respira aria salubre, aria salmastra; ma purtroppo anche aria di guerra. Per intanto la guerra è ancora lontana, di là dalle Alpi, oltre il Reno in terra di Francia. La gente ne parla come fosse una cosa normale, senza toni drammatici. Un po' è la primavera che infonde ottimismo, un po' è l'assuefazione. Perchè questo strano conflitto non è <<scoppiato>>, come si suol dire, ma è cominciato in sordina esattamente otto mesi fa ed è proseguito in maniera discontinua; e la gente, sia che i tedeschi avanzino a valanga con la loro guerra lampo, sia che temporeggino fra pigre manovre e scaramucce, trova sempre delle buone ragioni per sperare in una imminente conclusione. I più pensano che la guerra ci risparmierà e se al limite ne saremo coinvolti, per via dei patti che ci impegnano con la Germania di Hitler, be', non sarà un'avventura lunga e tragica come la '15-'18. Così la pensano da queste parti. Non so se nelle grandi città sono altrettanto ottimisti: le mie sono impressioni raccolte fra gente alla buona in un paese prossimo alla base di addestramento, a Torre del Lago, dove ho una fidanzata giovane e attraente per i suoi vent'anni e vari progetti in fresco per l'avvenire.
Ma qui a Bocca di Serchio, dove sono mobilitato come sottufficiale operatore nei Mezzi di assalto della Regia Marina, tira un'aria un po' diversa. Avvertiamo l'avvicinarsi dell'ora solenne, anzi fatidica, come si legge nei giornali. Sappiamo che la guerra "breve o lunga che sia" non sarà una scampagnata, sarà una cosa seria. Addestrati come siamo al limite della resistenza fisica e setacciati a dovere da una severa selezione , siamo disincantati, alieni da illusioni, sogni, o propositi avventati. I figli di papà, i romantici delusi in amore e altri per i quali l'arruolamento è un modo di risolvere certe frustrazioni sono stati eliminati già alle prime cernite. I rimasti hanno i piedi ben piantati a terra, hanno un crudo senso della realtà unito, si intende, ad uno slancio ideale e ad una fede a tutta prova.
Proprio in questi giorni le esercitazioni subacquee sui maiali (o siluri a lenta corsa, in sigla: S L C) vengono intensificate con impegno febbrile. Non siamo euforici e neanche preoccupati, ma ci sentiamo pronti a tutto, maturi per affrontare con fredda determinazione le grandi incognite che ci riserva l'avvenire."

Emilio Bianchi