Da qualche anno la questione della lingua è dibattuta e seguita con crescente interesse e ciò sembra confermato dal rapido esaurirsi della prima edizione di questa <<Nugella>>. A due anni dalla prima esce ora la seconda edizione - in altri duemila esemplari - integrata da un secondo fascicolo che assume in rapida rassegna i contributi degli altri alla difesa della lingua.
L'aver pubblicato per primi una inchiesta globale sullo stato della nostra lingua e sulle cause del deterioramento di essa ci ha gratificato; ma più dei consensi e delle lodi, ci fa piacere, il moltiplicarsi di iniziative altrui nello stesso senso e, ancor più, il ritrovato amore degli italiani per l'idioma gentile.
<<UNA SOCIETA' CHE NON SENTE
I PROBLEMI DELLA SUA LINGUA E'
UNA SOCIETA' DI ISTINTIVI, DI
ESTROSI, DI IRRESPONSABILI E
PERCIO' SIMBOLO DI NON LIBERTA',
DI NON-GIUSTIZIA>>.
G.DEVOTO
"La questione della lingua agita tutta la nazione". L'ha dichiarato il prof. Giovanni Nencioni, Presidente dell'Accademia della Crusca, nell'accogliere il primo fascicolo di questa "Nugella" - da lui definita "vivacissima" - nella Biblioteca d'istituto (maggio '86). In effetti, da qualche anno la questione è dibattuta e seguita con crescente interesse, come conferma anche il rapido esaurirsi della prima edizione, ciò che ha del miracoloso essendo mancato l'appoggio dei midia e dei librai che di regola tengono le pubblicazioni del Centro sotto il banco ed eccezionalmente le espongono in vetrina. Ora, a meno di due anni dalla prima, esce la seconda edizione, ampliata di questo fascicolo che assume in rapida rassegna i contributi degli altri. [...]
Pertanto [..] si propone al lettore una panoramica di quanto è stato pubblicato altrove in argomento: una silloge di articoli in ristretto, poesie ed altro idealmente collegati entro un unico discorso, e introdotti ciascuno da un breve testo di presentazione. Come nel primo fascicolo sono inserite qua e là delle vignette di commento in armonia con il taglio e il carattere divulgativo delle "Nugellae"
<<I fatti di lingua sono esili, apparentemente particolari e irrilevanti. Ma sono <<continui>> e soli permettono quella saldatura ininterrotta che si chiama tradizione. La continuità è rappresentata da una nozione geografica: l'immagine dell'Italia come la natura l'ha formata, come gli eventi esterni l'hanno delimitata, come la parola degli uomini, nell'alternarsi di forze disgregatrici e ricostruttrici, l'ha resa vivente ed unita.
L'Italia è uno spazio geografico che ha avuto per destino di raggiungere, possedere e poi perdere, e poi riconquistare, una unità etnica culturale politica, e così anche linguistica>>.
G.DEVOTO
Presso il Gruppo di Studio AVSER sono disponibili numerose copie dei due volumi.