Giuliano De Zorzi
LA DALMAZIA
VISTA DA UN DALMATA
I – LA DALMAZIA A VOLO D’AQUILA
Indice
5 L’autore al lettore
7-10 (Due parole di presentazione)
11-34 La Dalmazia a volo d'aquila: 13 Orogra fia, 14 Etnologia,
15 Preistoria, 16 Roma, 18. Alto medioevo, 20 I barbari, 22 In attesa dei tempi
nuovi, 23 I tempi nuovi, 25 Le mille e una notte, 26 Ragusa, 27 Venezia, 28
Campoformio, 30 Fascismo, 31 Epilogo, 34 “Ricordati e aspetta” (D'Annunzio).
L'AUTORE AL LETTORE
Queste
poche pagine, alle quali segue un più consistente Sommario di storia
zaratina, sono esposte nel modo più semplice e breve che mi è stato
possibile al fine d'interessare e illuminare anche il lettore più frettoloso e
superficiale. Ad approfondimento gioverà la massiccia Guida alle fonti
elaborata dal Prof. Ferruccio Bravi di Bolzano.
Il testo vuole solo esprimere e
far comprendere uno stato d'animo; la guida è consegnata in eredità alle
generazioni future, affinché gli Italiani che un giorno inevitabilmente abiteranno
la costa dalmata abbiano modo di conoscere l'identità di quelle pietre e il
sapore di quella terra. È il “testimone” che
lascia con amore un figlio della terra di Dalmazia.
1.1
Orografia
Osserviamo una catena di montagne che nasce qui, al passo di
Cadibona, si inarca a coronare questa pianura, la Padana, e prosegue lungo il
mare fino a questa zona, alle
Bocche di Cattaro, dove comincia il Montenegro. Tutto questo arco di montagne prende il nome di
Alpi.
Le Alpi che scendono lungo il mare verso il Montenegro,
si chiamano Alpi Dinariche. La sottile striscia di terra stretta fra le
Dinariche e il mare è la Dalmazia. Questa larga penisola è
l'Istria.
Fra Istria e Dalmazia c'è la città di Fiume con il suo
golfo, il Quarnaro, Carnaro o Quarnero. Il nome è variamente scritto, non so
quale dei tre sia più legittimo: Dante scrive Carnaro e così
D'Annunzio che usa, meno spesso,
anche Quarnaro.
1.2
Etnologia
A questo punto non credo sia necessario scomodare archeologi,
etnologi e sociologi famosi per enunciare un assunto di elementare semplicità:
il mare unisce, lo spartiacque divide. Vale a
dire che le genti che si affacciano sulle sponde opposte d'uno stesso braccio
di mare, hanno fra loro contatti frequenti al punto da sviluppare
un unico tipo di cultura, mentre genti separate da
uno spartiacque si sviluppano in maniera del tutto autonoma. Gli scambi
culturali attraverso uno spartiacque, oggi promossi spesso
artificiosamente, erano un tempo del tutto trascurabili.
1.3
Preistoria
La frequentazione dei territori
dalmati è largamente documentata sia per il paleolitico che per il neolitico. Però, siccome il materiale
preistorico ordinato nelle vetrinette dei musei dalmati non è ancora stato
studiato (che io sappia) in maniera organica, non mi
sento di esprimere altro parere in argomento se non questo: che la veneticità
del litorale è antichissima. Quando
il D'Annunzio dice: “patria ai Veneti tutto
l'Adriatico” enuncia una realtà storica che
affonda le radici nei millenni. Si parla
tanto di Illiri, ma sta di fatto che le più antiche, se pur
rarissime, iscrizioni rinvenute sull'opposta
sponda adriatica parlano venetico, lingua
italica sorella della lingua di Roma.
1.4
Roma
Tutti conosciamo, o immagino che tutti conoscano,
l'arena di Pola, molto simile all'arena di Verona. Tutte e due del I° sec. d.C.,
Verona un po' più vecchia, è capace di 22.000 posti, Pola di 23.000 circa.
Tutti sappiamo pure che i Romani non costruivano le arene in mezzo al
deserto, ma, come gli stadi di oggi, così le arene di allora, facevano parte
di un regolare tessuto urbano. Questo sta a significare che Pola non era una
stazione per il cambio dei cavalli, ma una
città romana vera e propria.
Altri ruderi romani importanti che immagino tutti
conoscano, sono quelli di Spalato, città sorta nel palazzo di Diocleziano e
che adatta il suo nome
al latino palatium (Aspalathon
> Spalatum > Spalato, oggi
Split). Durante le invasioni barbariche la gente del
contado si rifugerà nel Palazzo di Diocleziano come in una fortezza, e piano
piano costruirà nel suo interno le case di abitazione. Oggi il centro
storico di Spalato, compresa la Cattedrale, si trova inscritto nel perimetro
murario del vecchio Palazzo Imperiale.
Ho
voluto citare i due estremi di Pola e di Spalato intendendo così includere il
tratto di costa nell'attività edilizia di Roma antica. Mi si potrebbe
facilmente far osservare che all'epoca l'intero Mediterraneo era pieno di
costruzioni romane e il fatto che queste si trovino anche in Dalmazia non
sorprende nessuno. Verissimo, rispondo, ma a me basta dimostrare con
evidenza che al tempo di Roma antica c'era identità culturale fra le due
sponde dell'Adriatico mentre oltre lo spartiacque delle Dinariche non c'era
nulla di simile.
segue...
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