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martedì 29 maggio 2012

Laetus nuntius! Ristampato il "Diario di Guerra.." di E.Bianchi

Siamo lieti di segnalare a tutti i nostri lettori e simpatizzanti che è stata ristampata in febbraio la terza edizione del più fortunato dei nostri libri: “Diario di guerra e di prigionia” di EMILIO BIANCHI, Medaglia d’oro meritata nell’epica azione dei mezzi d’Assalto della ns Marina nel porto di Alessandria. 
Prezzo di copertina euro 20. Agli aderenti al nostro Gruppo di Studio Auser euro 12 compresa spedizione. Ricordiamo che per aderire al gruppo - per un anno senza impegno di rinnovo - la quota è di euro 5. Per ulteriori informazioni contattare la nostra segreteria: righini.sandro@gmail.com
A breve verrà redatta su questo sito una presentazione più dettagliata del volume. 

Cari cordiali saluti,

 Ferruccio.

lunedì 21 maggio 2012

L'ULTIMO ASSALTATORE

Il Gruppo di Studio AVSER è felice di presentare un piccolo spazio, all'interno del proprio sito, ritagliato alle pubblicazioni altrui degne di nota.
Esordiamo dunque con un recente lavoro biografico.

L’ULTIMO ASSALTATORE

Mario Bernardi Guardi

da Secolo d’Italia di domenica 20 maggio 2012

Eroe non per caso

La X Mas, le missioni suicide come pilota di mezzi d’assalto del fiorentino Sergio Denti nella biografia di Enrico Nistri


"Tra le conseguenze più nefaste della nostra sconfitta nella seconda guerra mondiale una è particolarmente amara e dolorosa: la consegna alla memoria collettiva di un’immagine sgradevole del soldato italiano: antieroe per eccellenza, pavido e puttaniere, mammone e opportunista, tuffato nella sanguinosa fornace della guerra a maggior gloria del bieco Regime. E invece non è così. Di eroi ce ne sono stati. Durante la guerra civile e, intendiamoci, da una parte e dall’altra, ma anche sui campi di battaglia durante la “guerra fascista”. Non eroi “per caso” ma per la “Causa”. Uomini. Onesti, diritti, leali, sdegnosi della retorica, fermi e tranquilli nella loro convinzione. Credevano: e di conseguenza obbedirono e combatterono. Qualcuno cadde in combattimento. Qualcun altro, fedele a se stesso, dopo l’8 settembre, al momento della “morte della Patria”, continuò a lottare alla luce del sole. Come il fiorentino Sergio Denti. Enrico Nistri gli ha dedicato una intensa, documentata biografia (“L’ultimo assaltatore. Sergio Denti dalla Regia Marina alla X Mas”, Sassoscritto, Firenze, pp. 220, euro 15), che ci propone una vita “esemplare”, ridisegnando il contesto in cui si svolse e in questo modo spiegando, attraverso le scelte di Sergio Denti, le “ragioni” di una generazione che fu fascista perché nel Fascismo “vedeva” l’Italia. E, si badi bene, non abbiamo a che fare con “borghesi” ai quali il Fascismo garantisce il quieto vivere senza scossoni sovversivi all’insegna dei valori tradizionali ma con gente del popolo (la mamma di Sergio era di radici campagnole, il babbo lavorava come cameriere presso famiglie aristocratiche) che non soffre di risentimento classista anche perché il Fascismo ha un piglio sociale innovativo: ad esempio, nelle organizzazioni giovanili del partito il figlio dell’operaio “conta” quanto il rampollo di nobile stirpe, c’è la possibilità per tutti di fare pratica sportiva e, “in un’epoca in cui la villeggiatura era ancora un privilegio aristocratico o borghese”, i figli del popolo possono, per la prima volta, scoprire “fisicamente” il mare soggiornando nelle colonie della Gioventù Italiana del Littorio. E poi ci sono i valori: al suo “uomo nuovo” il Fascismo propone dedizione alla “causa” e gusto del rischio, spirito combattivo e senso del sacrificio, radicamento in un passato glorioso e tensione verso il futuro. Una forte identità in un’Italia “giovane”. Sergio “ci crede”. Ha talento artistico e potrebbe fare il pittore nella “bottega” di Ottone Rosai dove è entrato giovanissimo. Ma
preferisce arruolarsi in Marina. A bordo della torpediniera “Orsa”, partecipa valorosamente a diverse operazioni di scorta ai convogli e caccia ai sommergibili e, dopo l’8 settembre, sceglie la “parte sbagliata”: Valerio Junio Borghese, la X Mas, le missioni suicide come pilota di mezzi d’assalto. Nel dopoguerra non sfugge all’epurazione. Poi, deve ricostruirsi una vita. Lo fa, con successo, come mercante d’arte. Oggi, evocando «opere e giorni» con Nistri, può dire, a buon diritto, di «non aver crediti né debiti con la vita»."

giovedì 17 maggio 2012

DE REDITU SUO

E' da un po' di tempo che Il Gruppo di Studio AVSER non fa sentire la sua voce in rete. Questo prolungato silenzio è dovuto in gran parte ai miei impegni lavorativi. In una nazione sull'orlo del tracollo economico e con un tasso di disoccupazione che cresce a dismisura, sembra un paradosso ritrovarsi sovraccarichi di lavoro.. Eppure è così. Ad ogni modo mi scuso con tutti coloro che hanno atteso invano un nostro segnale di vita senza più riceverlo. Perdonatemi.
Ma bando alle ciance personali! 
Oggi siamo tornati a scrivere per ovviare al silenzio appena passato e ricordare a tutti gli affezionati amici e simpatizzanti che siamo ancora vivi e presenti sul campo. Ma soprattutto per dare una bella notizia: l'anima e la mente dell'AVSER, il buon Ferruccio Bravi, è finalmente rientrato nell'amata Patria. Chiunque voglia mettersi in contatto con lui, anche per un semplice saluto, lo può contattare al numero di cellulare: 3486001618. Al momento il professore è in alto mare con il diabolico scatolone volgarmente chiamato computer ed ha quindi difficoltà a connettersi alla rete. Ma come ho potuto constatare di persona oggi pomeriggio - a parte un brutto raffreddore - Ferruccio è sempre in ottima forma e voglioso di fare. Sono sicuro che avrà piacere di sentire qualche voce amica dopo il lungo inverno in Venezuela.
E' inutile ricordare che chiunque voglia rinnovare la sua adesione al Gruppo, avere informazioni o ricevere libri, non deve far altro che contattarmi all'indirizzo di posta elettronica evidenziato sul questo blog.

Un caro saluto a tutti voi.

Ave atque Vale!

S.