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sabato 8 ottobre 2011

Oh, la Globalizzazione! Un mondo, un popolo, una lingua - Silvano Valenti e altri


SOMMARIO

5 - (Preambolo di S.V.)
7 - Lingua superlingua interlingua (F. BRAVI)
15 - Professori così (S.V.)
18 - La lingua sparlata (G. CANALI, F.BRAVI)
28 - <<Nemico della (piccola) Patria>> (F. BRAVI)
33 - Cavalcare la bestia (P.N./S.V.)
38 - Popoletti alla riscossa (S.V.)
42 - Lingua dialetto, 'Blut und Boden' (S.V.)
49 - Rinfrescare l'espressione (F. BRAVI)
57 - <<Viva l'italiano!>> (da <<Trentino emigrazione>>)
60 - Polpette o Hamburger? (da <<La Repubblica>>)
64 - Il calendario del padrino (AVSER)
69 - Lasciare in pace i ladini (S.V.)
74 - In cucina la speranza del domani (S.V.)
80 - Italiani da doversi vergognare (da <<La Vetta d'Italia>>)
89 - Nostra Signora Priorità (S.V.)
94 - La Piovra (ASMODEO)
106 - Risorse e materia prima (ASMODEO e altri)
137 - Il trescone (ASMODEO)
163 - Una pagina bianca (F.BRAVI)
165 - La terza via (S.V.)

171 - Servilismo e masochismo linguistico (F.DI PACE)
181 - <<Straniero è bello>> (F.DI PACE)
189 - Un tristo problema (F.DI PACE)
194 - Verbosità, parofania e farfalloni (F.DI PACE)
197 - Conclusione (F.DI PACE)
200 - Bibliografia


"QUANDO CE LA SPIEGARONO, con parole suadenti e cattivanti, ci dissero che la cosa era una casa di vetro. Ma presto ci siamo accorti che il vetro della casa-cosa è di quelli che nelle ville dei nababbi proteggono la cosiddetta <<privacy>> dagli sguardi indiscreti in modo che dal didentro si veda tutto e dal difuori niente. 
Non sta bene curiosare, ma se al didentro architettano inganni sulla pelle di chi sta fuori, non si giudichi male chi dal difuori pratica un bucolino nella parete, quel tanto da poter occhiolare e regolarsi.
E' ciò che hanno fatto gli autori di questa silloge i quali, in una lingua diversa da quella fumosa degli addetti, raccontano in queste pagine le meraviglie vedute, <<con coscienza e serietà>>, come soleva dire un fine umorista oggi dimenticato che sapeva rivestire la compunta serietà di sottile ironia.
Riferiscono tutto, gli autori, e lo documentano puntigliosamente in esaurienti note a fine racconto. Riferiscono senza far nomi: il peccato si dice, il peccatore si tace. A meno che il nome sia già in altri testi utilizzati o citati. Non è importante somministrare scudisciate a chi le merita o svergognare chi si presta al gioco, magari in buona fede, bensì denunciare e colpire ben individuate categorie morali con la satira che corregge i costumi."

ESTRATTO DA PAG 36-37

[...] Capito, fratello mio? Chi occupa una posizione e ha buoni sentimenti deve com­portarsi, come si dice a Napoli, da "òmme 'e panza" che non lascia intendere quel che ha dentro; e poi, deve saper caval­care la bestia im­monda e sfiancarla fino a stecchirla. O così, o sarà lui a fi­nire stecchito. 
Noi però siamo cresciuti liberi e strafottenti, fieri di essere quel che eravamo, nutriti di sogni corruschi e ferrigni, al tutto ignari di quel 'bene su­premo' che chiamano democrazia e ti inse­gna a vivere cent'anni da verme, invece che un giorno da leone. Siamo cresciuti nella mentalità del gobbino di Re­canati, riformato alla leva, che voleva procombere’ solo lui; e siamo restati nella sua mentalità anche dopo aver capito, da soldati, che all'assalto non si va come nelle oleogra­fie, ma bisogna attendere a lungo, rimpiattati e calmi, il momento del balzo fuori dalla fossa. Saper atten­dere: è una regola tattica valida lungo tutta una la vita.

E, in attesa, nulla concedere.

S.V.

Presso il Gruppo di Studio AVSER sono disponibili numerose copie del volume 

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